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Fabrizio SperaConcerts Reviews

Sant’Anna Arresi, la storia continuaNazim Comunale

Ai confini tra Sardegna e Jazz – 31 Agosto 2020 – 06 Settembre 2020

… Molto, molto meglio il finale con Roots Magic: il quartetto romano apre con una versione mesmerica di “Dark Was the Night, Cold Was the Ground” di Blind Willie Johnson, e sono brividi: l’idea di far sposare il blues ed il free è acuta e viene declinata in modo eccellente. Tra radici e magia, tra ieri e domani, ancient to the future come diceva l’Art Ensemble of Chicago, i quattro musicisti, sensibili e ispirati, si perdono nello spazio come la sonda Voyager su cui viaggia il disco con il leggendario blues del 1927, in un luogo dove presente, passato e futuro si fondono e si confondono in un’unica, sterminata, minacciosa e materna nebulosa. Sono tanti i nomi tirati in ballo nel concerto, da Julius Hemphill a Skip James, da Kalaparusha McIntyre a Olu Dara, sino a Milford Graves. Una lezione di storia per nulla polverosa ma vibrante ed energica: i dischi, pubblicati da Clean Feed (l’ultimo è Take Root among the Stars, fresco di uscita) andrebbero fatti ascoltare a chi crede che il free sia una musica che non arriva alle e dalle viscere. Ottima l’intesa tra Fabrizio Spera (batteria), Enrico De Fabritiis ( sassofoni), Alberto Popolla (clarinetti) e Gianfranco Tedeschi (contrabbasso), nell’attesa di ascoltare più materiale autografo da una band che in nove anni ha saputo perfezionare a oggi un meccanismo capace di marciare a pieno ritmo.